"Perché scatti la foto?"
"Così, la conservo"
"Così quando ce ne andremo ti ricorderai che stavi con noi quando l'hai scattata"
Ho sempre pensato che in questo dialogo ci fosse buona parte del senso di ciò che fa un educatore di comunità.
Incrociamo le vite degli altri, ce ne prendiamo cura per un po', condividiamo pezzi di strada poi ci separiamo ma i ricordi restano, anche senza bisogno di scattare foto per tenerne viva la memoria.
A volte ci chiamano eroi, ma non lo siamo, siamo persone comuni che svolgono un lavoro impegnativo, come tanti altri, faticoso come tanti altri, con l'unica differenza che noi ci occupiamo di persone e la materia prima nella quale affondiamo le mani ogni giorno, con cui a volte ci scottiamo e altre volte costruiamo, é la relazione.
Siamo equilibristi, capaci di passare con scioltezza dal preparare pranzi per venti persone, ad asciugare lacrime, dal giocare in terra con le costruzioni fino a discutere con assistenti sociali, giudici e avvocati.
Siamo ingegneri, chiamati a punteggiare per evitare crolli.
Siamo muratori, impegnati a costruire ponti dove altri hanno alzato muri.
Siamo artificieri, pronti a disinnescare e mediatori in zone di crisi.
Ci sono giorni in cui si mastica amaro e altri in cui si giocano le partite nel fango ed è proprio in quei giorni che il gol che fai vale di più. Ti riscopri squadra, ognuno ha il suo ruolo e ciascuno è essenziale per la vittoria.
Tutto ciò che ho imparato sulla differenza tra giusto e sbagliato l'ho imparato dal mio lavoro e me lo ricordo ogni volta che il mio telefono squilla per una chiamata o un messaggio di chi ha abitato la nostra casa per un po' e poi ha preso la sua strada. Dopo anni, la voce cresciuta, di uomo o donna, che ti racconta di sé e ti cerca ancora é ciò che mi dice che ho fatto bene il mio lavoro.
Se quando pensi a ciò che vuoi fare da grande credi che ciò che conti sia trovare un posto, per lo più sicuro, allora sbagli. Non possiamo correre il rischio di barricarci dietro le sicurezze, dobbiamo porci domande, far nascere dubbi, dialoghi e soprattutto uscire, andare fuori e aprirci al confronto.
Il nostro compito é offrire delle alternative possibili a quei ragazzi a cui difficilmente il mondo dà delle opportunità e lo facciamo ostinatamente e contro ogni previsione perché questo è il nostro lavoro ed è questo in cui crediamo.
dott.ssa Nicoletta Gadaleta
Educatrice e Coordinatrice della Comunità Educativa per minori “Zorba”